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mercoledì 11 luglio 2018
RIPARAZIONE MANIGLIA PER TROLLEY
La "Fabbrica" oggi torna a cimentarsi nella realizazione di parti di ricambio difficili (o impossibili) da reperire sul mercato.
Il tema del giorno è "ricostruire il pulsante interno del manico di una valigia trolley".
Il pezzo originale è il classico esempio di oggetto destinato a una fine programmata; un peccato, specie se inserito in una valigia ben confezionata e di buon effetto.
Prima di tutto, aiutandomi con un po' di stucco, ho ricostruito il pezzo, per poterlo misurare accuratamente.
Smonto il manico della valigia e appoggio il pulsante sui perni laterali, simulando il funzionamento della serratura; mi accorgo che, premendolo a fondo, non arriva ad appoggiarsi sulla base della maniglia, ma rimane sollevato di almeno 3 millimetri. Si spiega così la flessione che, con l'uso prolungato, ha provocato la doppia rottura.
Pur confidando nelle buone proprietà strutturali dell'abs, ho impostato il disegno del pulsante aumentando lo spessore di 3 millimetri lungo l'intera lunghezza.
Programmando la stampante, ho fissato il riempimento al 100% e l'altezza degli strati a 14/100 di millimetro, per avere una struttura compatta e stampabile in un tempo ragionevole (2 ore e mezza).
Rifinisco il pezzo, eliminando i supporti ausiliari per la stampa e lo inserisco nella maniglia.
Dopo ripetute prove, sembra funzionare molto bene: BUON VIAGGIO, allora!
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giovedì 5 maggio 2016
Accessori e ricambi per arredamento
Oggetto 1) Illustriamo la costruzione di alcuni ganci per appendere oggetti, da inserire all'interno di armadi in stile Ikea:
con la stampante ho realizzato i 6 ganci e i chiodi da inserire nei fori per i tasselli reggimensola;con il compensato ho preparato le tavolette di supporto, dipinte poi con cementite per ottenere un aspetto simile al rivestimento laminato del mobile.
I ganci sono stati fissati alle tavolette con piccole viti a testa svasata, che si alloggiano completamente nei fori già predisposti durante la fase di stampa;
i chiodi stampati hanno un diametro tale da entrare con leggera forzatura nei fori dei tasselli reggimensola, assicurando le tavolette con buona tenacia.
Oggetto 2) Proviamo a riparare questo bel porta-posate, tanto pratico e utile quanto fragile nel fondo. Ahimè, i coltelli non perdonano...
Lo spazio operativo massimo della stampante non permette di realizzare un pezzo unico, così realizzo tre diverse componenti, ciascuna dotata di ganci e fori di fissaggio:
Ecco l'oggetto finito!
Oggetto 3) Uno dei due ganci di fissaggio per lo zoccolo di finitura alla base del forno si è rotto;
considero quello ancora integro per ricavarne tutte le quote dimensionali e tradurlo in modello matematico.
Non resta che metterlo alla prova!
Oggetto 4) Affrontiamo ora la realizzazione di varie staffe, utili per collegare fra loro alcune scaffalature in legno.
Si tratta di una soluzione che ho dovuto improvvisare all'interno di un ambiente in cui l'arredo è stato completamente riorganizzato, traslando alcuni scaffali dalle pareti verso l'interno e dovevamo trovare una soluzione per aumentare la loro stabilità.
Per fortuna, da un lato sono rimasti appoggiati alla parete, il che ha permesso di ancorarli con i tasselli, ma per poterli rendere un blocco più "compatto" e limitarne qualsiasi oscillazione, ho ideato un kit di staffe su misura. Come si vede, sono disegnate con nervature di rinforzo importanti e il procedimento scelto per la stampa prevede un grande riempimento, a favore della robustezza strutturale.
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Ubicazione:
Modena MO, Italia
sabato 9 aprile 2016
Accessori per idraulica: collegamenti per tubi
Il mio idraulico si è dimostrato davvero in gamba e "creativo" nel montare l'impianto addolcitore delle acque in casa mia, perché ha dovuto affrontare una disposizione dei tubi di mandata e di scarico assai sfavorevole.
L'apparecchio funziona alla grande, e mi ha ispirato un piccolo intervento di "implementazione" con la stampa 3D, per sostituire due componenti.
Cominciamo con il collegamento fra il tubo di scarico del filtro meccanico e il condotto di deflusso, in cui scorre anche la salamoia di rigenerazione delle resine.
Ho sostituito la componente "di ferramenta" con un manicotto di mia ideazione, che si innesta a forza nel tubo di gomma, ottenendo una tenuta perfetta.
Per poter stampare correttamente lo sbalzo del disco centrale, ho dovuto creare una serie di piccoli supporti ausiliari, destinati ad essere rimossi con la fresatrice.
Nell'immagine qui sopra si intravede come il gruppo dei tubi fosse mantenuto sospeso da terra, e in leggera pendenza, da un supporto provvisorio, ottenuto intagliando una sezione di tubo di plastica.
Ho pensato di sostituirlo con un piedistallo più stabile e più alto di qualche millimetro, per migliorare il deflusso delle acque, senza ostacolare l'apertura dell'armadietto di legno che nasconde il contatore.
Completiamo il lavoro con un nuovo supporto per la centralina dell'addolcitore, fissato con due strisce di biadesivo sul fianco del contenitore.
Dopo i primi "test", il raccordo ha dimostrato un'ottima tenuta anche a fronte di un'apertura abbastanza ampia del rubinetto di scarico del filtro. Ovviamente, l'operazione riesce solo in parte a rimuovere i depositi di impurità trattenuti dal filtro stesso, ritardando tuttavia le scadenze di manutenzione, in cui necessariamente lo debbo smontare per pulirlo a fondo.
Lo scarico delle acque attraverso il condotto è specialmente utile per sciogliere i depositi di salamoia, le cui incrostazioni saline richiamano molta umidità che potrebbe saturare i muri, indebolendo la vernice.
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L'apparecchio funziona alla grande, e mi ha ispirato un piccolo intervento di "implementazione" con la stampa 3D, per sostituire due componenti.
Cominciamo con il collegamento fra il tubo di scarico del filtro meccanico e il condotto di deflusso, in cui scorre anche la salamoia di rigenerazione delle resine.
Ho sostituito la componente "di ferramenta" con un manicotto di mia ideazione, che si innesta a forza nel tubo di gomma, ottenendo una tenuta perfetta.
Per poter stampare correttamente lo sbalzo del disco centrale, ho dovuto creare una serie di piccoli supporti ausiliari, destinati ad essere rimossi con la fresatrice.
Nell'immagine qui sopra si intravede come il gruppo dei tubi fosse mantenuto sospeso da terra, e in leggera pendenza, da un supporto provvisorio, ottenuto intagliando una sezione di tubo di plastica.
Ho pensato di sostituirlo con un piedistallo più stabile e più alto di qualche millimetro, per migliorare il deflusso delle acque, senza ostacolare l'apertura dell'armadietto di legno che nasconde il contatore.
Completiamo il lavoro con un nuovo supporto per la centralina dell'addolcitore, fissato con due strisce di biadesivo sul fianco del contenitore.
Dopo i primi "test", il raccordo ha dimostrato un'ottima tenuta anche a fronte di un'apertura abbastanza ampia del rubinetto di scarico del filtro. Ovviamente, l'operazione riesce solo in parte a rimuovere i depositi di impurità trattenuti dal filtro stesso, ritardando tuttavia le scadenze di manutenzione, in cui necessariamente lo debbo smontare per pulirlo a fondo.
Lo scarico delle acque attraverso il condotto è specialmente utile per sciogliere i depositi di salamoia, le cui incrostazioni saline richiamano molta umidità che potrebbe saturare i muri, indebolendo la vernice.
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Ubicazione:
Modena MO, Italia
mercoledì 9 marzo 2016
Supporto esterno per bobina filamento
Ho acquistato una bobina di pla di alta qualità, di marca diversa dal Fabbricante della mia stampante. L'ho scelta, perché risulta essere un prodotto molto efficace sulla maggior parte delle apparecchiature.
C'è un piccolo ostacolo: non è compatibile con il caricatore della mia stampante, la cui forma è ricavata "a pennello" sulle bobine fornite dal Costruttore.
Questo progetto risale allo scorso anno; all'epoca, stavo sfruttando una bobina di abs nero; oltre ai pezzi autocostruiti, ho impiegato del materiale di recupero: una tavoletta di compensato da mm 15 di spessore e uno scarto di tubolare, avanzato dall'assemblaggio degli armadi di casa.
Ecco il disegno dei pezzi da assemblare: adattatori per il diametro, rondelle, "piloni" di sostegno e staffa per vincolare il supporto al tavolo. Procediamo alla realizzazione...
La foto mostra il tubolare già tagliato alla lunghezza prefissata e i primi pezzi stampati in abs nero: quelli grandi sono gli adattatori per poter centrare il tubo nel foro della bobina; gli oggetti più piccoli sono due rondelle, che serviranno come distanziali per mantenere la bobina distante dai supporti, evitando attriti accidentali e favorire il miglior scorrimento.
Ecco il supporto assemblato. Perdonate la ruvidità delle superfici, ma all'epoca ero alle prime armi nel programmare la lavorazione della stampa e le asperità degli oggetti sono dovute ai parametri imprecisi relativi al primo layer di supporto, dal quale inizia il processo di stratificazione.
La tavoletta di legno è stata volutamente ritagliata quasi a forma di "L", con uno scalino leggermente sporgente. La foto conclusiva chiarirà il motivo di questa forma.
Concludiamo con l'immagine del supporto fissato al tavolo, con la bobina caricata e perfettamente allineata col foro di inserimento del filamento.
Le frecce gialle evidenziano i due vincoli che assicurano la base al tavolo della stampante, senza l'ausilio di morsetti o biadesivo. Le vibrazioni causate dai movimenti durante la stampa sono un piccolo "terremoto", a cui bisogna per forza resistere! Ecco, allora, la staffa a forma di "U", che impedisce alla base di traslare verso l'interno del tavolo; ma il ruolo più importante è svolto dallo scalino sporgente della base in legno, che si inserisce al di sotto della stampante, appoggiato ad uno dei suoi piedi. Lo spessore di mm 15 del compensato è perfetto, perché è appena più abbondante della distanza della stampante dal tavolo, risultando così leggermente incastrato sotto i 14 chili di peso della macchina!
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C'è un piccolo ostacolo: non è compatibile con il caricatore della mia stampante, la cui forma è ricavata "a pennello" sulle bobine fornite dal Costruttore.
Questo progetto risale allo scorso anno; all'epoca, stavo sfruttando una bobina di abs nero; oltre ai pezzi autocostruiti, ho impiegato del materiale di recupero: una tavoletta di compensato da mm 15 di spessore e uno scarto di tubolare, avanzato dall'assemblaggio degli armadi di casa.
Ecco il disegno dei pezzi da assemblare: adattatori per il diametro, rondelle, "piloni" di sostegno e staffa per vincolare il supporto al tavolo. Procediamo alla realizzazione...
La foto mostra il tubolare già tagliato alla lunghezza prefissata e i primi pezzi stampati in abs nero: quelli grandi sono gli adattatori per poter centrare il tubo nel foro della bobina; gli oggetti più piccoli sono due rondelle, che serviranno come distanziali per mantenere la bobina distante dai supporti, evitando attriti accidentali e favorire il miglior scorrimento.
Ecco il supporto assemblato. Perdonate la ruvidità delle superfici, ma all'epoca ero alle prime armi nel programmare la lavorazione della stampa e le asperità degli oggetti sono dovute ai parametri imprecisi relativi al primo layer di supporto, dal quale inizia il processo di stratificazione.
La tavoletta di legno è stata volutamente ritagliata quasi a forma di "L", con uno scalino leggermente sporgente. La foto conclusiva chiarirà il motivo di questa forma.
Concludiamo con l'immagine del supporto fissato al tavolo, con la bobina caricata e perfettamente allineata col foro di inserimento del filamento.
Le frecce gialle evidenziano i due vincoli che assicurano la base al tavolo della stampante, senza l'ausilio di morsetti o biadesivo. Le vibrazioni causate dai movimenti durante la stampa sono un piccolo "terremoto", a cui bisogna per forza resistere! Ecco, allora, la staffa a forma di "U", che impedisce alla base di traslare verso l'interno del tavolo; ma il ruolo più importante è svolto dallo scalino sporgente della base in legno, che si inserisce al di sotto della stampante, appoggiato ad uno dei suoi piedi. Lo spessore di mm 15 del compensato è perfetto, perché è appena più abbondante della distanza della stampante dal tavolo, risultando così leggermente incastrato sotto i 14 chili di peso della macchina!
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sabato 5 marzo 2016
Gancio "Alfa Romeo" per asciugamani
Nell'angolo del mio garage dedicato al lavello mancava il gancio per l'asciugamani.
Soprattutto, se l'auto parcheggiata è un'Alfa Romeo (sebbene non sia uno dei modelli "top" di gamma), anche l'asciugamani deve sentir pulsare il Cuore Sportivo!
L'interno del gancio è stato opportunamente arrotondato per favorire la stratificazione del filamento.
Nonostante abbia disegnato "a memoria", l'aspetto finale riprende abbastanza fedelmente lo scudetto.
Le piccole chiazze scure testimoniano i micro surriscaldamenti dell'abs durante la lavorazione; è un difetto trascurabile, per me il gancio è perfetto così.
Due striscioline di biadesivo ...ed ecco fatto!
Perbacco, forse ho esagerato con le dimensioni: come minimo il gancio è ideale per un accappatoio!
Questa volta, il colore diventa un omaggio al "giallo canarino" della bandiera di Modena, la mia città, simbolo indiscusso delle automobili sportive. Tornano alla memoria i tempi in cui si allestivano le Alfa Romeo da gara nell'officina di Enzo Ferrari...
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Soprattutto, se l'auto parcheggiata è un'Alfa Romeo (sebbene non sia uno dei modelli "top" di gamma), anche l'asciugamani deve sentir pulsare il Cuore Sportivo!
L'interno del gancio è stato opportunamente arrotondato per favorire la stratificazione del filamento.
Nonostante abbia disegnato "a memoria", l'aspetto finale riprende abbastanza fedelmente lo scudetto.
Le piccole chiazze scure testimoniano i micro surriscaldamenti dell'abs durante la lavorazione; è un difetto trascurabile, per me il gancio è perfetto così.
Due striscioline di biadesivo ...ed ecco fatto!
Perbacco, forse ho esagerato con le dimensioni: come minimo il gancio è ideale per un accappatoio!
Questa volta, il colore diventa un omaggio al "giallo canarino" della bandiera di Modena, la mia città, simbolo indiscusso delle automobili sportive. Tornano alla memoria i tempi in cui si allestivano le Alfa Romeo da gara nell'officina di Enzo Ferrari...
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Staffe fermacavi
Ecco due piccole staffe, utili per fermare i cavi della tv, che si trova appoggiata su una mensola del tinello. I cavi penzolavano al di sotto del ripiano, ed oltre ad essere antiestetici, erano esposti al rischio di essere agganciati accidentalmente. Non volevo rovinare la mensola con fori passanti e mi sono autocostruito due fermacavi "ad hoc".
Come noterete dal disegno, ho simulato anche l'ingombro dei cavi, in modo che calzassero a pennello.
Il materiale utilizzato è abs bianco.
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Come noterete dal disegno, ho simulato anche l'ingombro dei cavi, in modo che calzassero a pennello.
Il materiale utilizzato è abs bianco.
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